Articolo redazionale del 05 Febbraio 2017
L’influenza del regno della corona britannica da oltre due secoli ha, è cosa nota, un peso specifico non indifferente. Alla Gran Bretagna è riconosciuta, spesso con merito, una posizione di prestigio in tutti gli ambiti: politici, morali, economici e commerciali. Ma anche di costume: pensiamo, ad esempio, alla musica di produzione inglese che esercita un’influenza in grado di contagiare e contaminare culture musicali agli antipodi della nostra (spesso con risultati divertenti ma altrettanto spesso interessanti) come quelle orientali.
Non poteva certo mancare una influenza della corona anche nella coniazione delle monete in oro utilizzate per gli scambi commerciali a livello mondiale, inducendo le zecche di molte nazioni, e non solo di quelle delle colonie che poi divennero parte del Commonwealth, a coniare monete di valore intrinseco equivalente per facilitare le transazioni con il più imponente regno coloniale.
Queste monete mantengono inalterate le proporzioni della Sterlina d’Oro: il titolo di purezza (pari a 22 carati su 24), ed il suo peso lordo (pari a gr. 7.9881) riproducendo però, nei bassorilievi, le proprie iscrizioni e simboli specifici nazionali e variandone anche il valore nominale che poteva essere quindi maggiore di 1 ed espresso nella propria valuta nazionale.
La qualità del conio è stata coloritamente variegata con estremi che vanno dalla spartana Sterlina d'oro Americana (l'immagine di questo articolo) alla sofisticata moneta da "4 Maloti" coniata nel Lesotho nell'anno dell'indipendenza (la potete visualizzare scorrendo questa pagina più in basso), passando per vari livelli di qualità intermedi.
Occorre aggiungere che in talune coniazioni il peso finale è, o è stato, leggermente ridotto, ma in misura che spesso ne conservava sostanzialmente il valore intrinseco.
Questa variazione di peso non ha mai superato lo 0.5% (circa un terzo di un grammo); spesso molto meno.
Ecco un po’ di immagini delle diverse “Sterline d’Oro” coniate in giro per il mondo:
(da sinista a destra: Cipro, Israele)
(da sinista a destra: Lesotho, Arabia Saudita)
Le nazioni che hanno coniato monete equivalenti alla Sterlina d’Oro (ed in molti casi coniano tuttora) superano la cinquantina: dalla Cina all’India, dalla Colombia al Marocco, passando per il Perù, l'Oman, la Bielorussia, le Isole Filippine, la Rhodesia, la Siria, il Senegal, il Bhutan, le Bermuda, ecc. ecc. In tutti i continenti.
Ma la curiosità più evidente, che balza velocemente all’occhio scorrendo l’elenco di queste nazioni, con le eccezioni di Grecia, Andorra e Malta, risulta essere l’assenza di ogni altra nazione europea.
Coniare una moneta equivalente, simbolicamente e politicamente, avrebbe avuto lo stesso valore del riconoscere lo “Status” di egemonia ottenuto dalla Gran Bretagna; cosa probabilmente non gradita agli altri Stati europei.
Questa lettura ci fornisce forse anche una motivazione abbastanza realistica dei motivi per cui tra la Gran Bretagna ed il resto d’Europa tuttora si palesi, quasi antropologicamente, una sostanziale diffidenza.
Ulteriori esempi? Sin troppo evidenti e noti: la nascita della Comunità Europea da cui la Gran Bretagna, pur facendone parte si è disitinta da subito mantenendo in circolazione la propria moneta e poi il clamoroso risultato del referendum, noto come BREXIT, svoltosi nel giugno del 2016.
Ci auguriamo che non manchino occasioni future, e reciproche, per redimersi; ad oggi questa assenza di coordinamento e coesione tra le forze europee è certamente una di quelle scatenanti la profonda crisi, di valori oltre che economici, che sta vivendo il vecchio continente.
Lo staff di OREGOLD® - Investire in Oro
In uno dei prossimi articoli pubblicheremo ulteriori immagini di monete equivalenti alle Sterline d'oro e approfondiremo anche qualche altra curiosità. Se nel frattempo volete approfondire e conoscere altre storie sulla sterlina d'oro cliccate qui.