La banca cinese fra le otto che decidono il prezzo dell'oro

Il centro in cui si decide il prezzo dell’ oro apre le porte alla Cina. Nel ristretto cerchio di banche deputate alla definizione dell’Lbma Gold Price – il nuovo fixing dell’oro - è entrata anche Bank of China BOC, il primo istituto di un Paese emergente dopo un secolo di storia. «Bank of China è entrata nella London Bullion Market Association come membro iniziale nel 1987 e per oltre quarant’anni ha partecipato attivamente agli scambi di oro a Londra - ha ricordato Yu Sun, alla guida della filiale britannica di Boc. - la Cina non ha mai avuto un ruolo rilevante nel fixing, nonostante sia il maggior produttore e consumatore di oro del mondo». Già da dieci anni le discussioni si sono spostate da riunioni dal vivo a incontri telefonici.
Da marzo del 2015 il Fixing è diventato il frutto di contrattazioni reali, su una piattaforma elettronica gestita da Ice Benchmark Aministration (Iba) e vigilata dalla FCA, l’autorità di mercato britannica.

Ecco le banche che decidono il prezzo del metallo giallo: Barclays Bank, Goldman Sachs, Hsbc, JP Morgan, Société Générale, Bank of Nova Scotia e Ubs, e infine, appunto, Bank of China, tutti protagonisti storici del mercato dell’oro.
Anche questo passo avanti è il segno dei tempi che cambiano, infatti la Cina e l’India rappresentano oltre la metà della domanda aurifera globale e i cinesi sono i primi produttori minerario nel mondo. Gli analisti sostengono che”… tempo fa era soprattutto la domanda degli investitori a dare l’intonazione al mercato, invece ora ad influenzare la direzione dei prezzi è la domanda di gioielleria nei mercati emergenti di Cina e India.”


L’obiettivo della Cina è diventare sempre più influente nella formazione dei prezzi e rafforzare la connessione tra il mercato domestico cinese e quelli internazionali.
Il prossimo passo, molto vicino, sarà la creazione di un riferimento di prezzo cinese, in yuan e funzionale al piano di promuovere la valuta nazionale al rango di valuta di riserva, come il dollaro, l’euro e lo yen. La Shanghai Gold Exchange ha già avviato una piattaforma di scambi di oro fisico per operatori stranieri e iniziato una fase test per il benchmark “cinese” entro fine anno.